Sanremo 2025: Un déjà-vu musicale con ospiti d’eccezione (pure il Papa)


Di Luca Monti, inviato da Sanremo.


Sanremo è tornato. E con lui, l'inevitabile sensazione di già visto (e già sentito). La prima serata del Festival della Canzone Italiana non ha tradito le aspettative: nessuna sorpresa, nessun brivido, nessun colpo di scena che non fosse già stato spoilerato da qualche indiscrezione. Dopotutto, le vere sorprese si sono sciolte sotto la pioggia ligure insieme alla speranza di ascoltare qualcosa di davvero nuovo.


Musica? O una riunione di condominio tra autori?

Se un tempo si diceva "tanto vincono sempre gli stessi", oggi potremmo aggiornare il detto in "tanto le scrivono sempre gli stessi". Già, perché più che un festival della musica, questa edizione somiglia a un raduno di autori che si spartiscono i brani come figurine Panini. Federica Abbate si porta a casa ben sette canzoni, Davide Simonetta ne firma cinque, Davide Petrella tre. Un Risiko musicale in cui pochi autori dominano l'intera cartina geografica del Festival.

Mentre il triumvirato dell'industria musicale lavora a catena di montaggio, c'è chi prova a distinguersi: Brunori Sas, Lucio Corsi e Simone Cristicchi, che osano scrivere da soli (una pratica quasi sovversiva, ormai). Il risultato? Brani che spiccano come un parcheggio gratuito a Sanremo durante il Festival: rari e miracolosi.


L'ospite d'onore: Sanremo ha bisogno di redenzione?

Lo show è curato, patinato, con inquadrature dall'alto degne di un documentario su National Geographic. Jovanotti, visibilmente più magro, saltella come una lattina di Coca-Cola agitata e aperta di colpo. Ma la vera guest star della serata è un'inaspettata presenza spirituale: il Papa.

Ebbene sì, Sua Santità ha deciso di mandare un videomessaggio al pubblico dell'Ariston. Ora, con tutto il rispetto per Francesco, ma serviva davvero la benedizione papale per questo Festival? Non bastava un parroco locale con un'aspersione rapida nei camerini? Siamo certi che in Vaticano fossero proprio convinti di questa incursione sanremese?


La gara: e alla fine chi vince?

Dopo ore di melodie intercambiabili e testi che sembrano generati da un'intelligenza artificiale programmata per "emozionare senza disturbare", resta il solito dilemma: chi porterà a casa la vittoria? Cristicchi colpisce per il testo, Giorgia per la voce, Willie Peyote per il coraggio di essere diverso (e per l'audacia di costringere il pubblico over 50 a decifrare le sue parole).

Ma alla fine, la magia di Sanremo è proprio questa: passiamo serate intere a dire che le canzoni sono tutte uguali, che la gara non ci interessa, che i vincitori sono prevedibili. Poi arriva il momento della proclamazione e siamo tutti incollati allo schermo, pronti a indignarci, gioire o twittare il nostro sdegno.

Perché, diciamolo, Sanremo è sempre Sanremo. E noi continueremo a guardarlo, a lamentarci e, soprattutto, a parlarne per giorni.