Sono solo canzonette?


Parole, parole, parole?
Sono solo canzonette?

I vocaboli più ricorrenti di Sanremo 2023.
È una mappa di solitudine e malinconia, con un verbo “volere” declinato in varie forme cui segue l’aggettivo “solo” e la parola “male”. A voi il gioco di mettere accanto le tessere e comporre la epigrafe funesta. 

Ho preso in mano la Bibbia del Festival, il numero di Sorrisi e Canzoni con i testi. Anche quest’anno ho cercato di eliminare congiunzioni, articoli, avverbi, ho riportato al modo infinito le declinazioni dei verbi ed ecco la mappa. Sarà il post-pandemia, o il periodo storico che stiamo vivendo, ma come si verifica da qualche anno se l’amore è il grande tema dominante, un tu/io claustrofobico di dipendenze malsane, la rima storica in sé cuore-amore non c’è più. 

Si tratta di psicanalitici criptici testi e poco rassicuranti emozioni. È tutto nero. 
Vediamo, invece, una top ten delle parole:
- decimo posto: l’intramontabile cuore che si declama 33 volte, pochissimo se indaghiamo nelle 28 canzoni al Festival. Poco più di una volta per brano in media. 
- una volta in più, quindi nona posizione: bene, che viene ripetuto 34 volte.
- ottavo posto: fare l’amore? Divertirsi? Volare? Cantare? No. Occorre sapere (38 volte), con le declinazioni so, sai. 
- settima casella: meglio che sapere è sentire, 39 menzioni. 
- numero sei: tutto cantato 44 volte, che si aggiudica il sesto posto. 
- solo quinto è amore. Abbiamo qui anche varie declinazioni ma la sostanza è questa. 53 segnalazioni. 
- quarto: più del sapere del sentire o dell’amare, il vivere. 61 citazioni. Abbiamo voglia di vivere… o forse esattamente il contrario.

Ed ora il Podio.
- al terzo posto, c’è male. Ebbene, un lemma inquietante, che quest’anno viene detto 66 volte nelle 28 canzoni in gara. Un momento di consapevolezza che ci aiuta a prender coscienza del mondo?
- e se non bastasse, il secondo posto: solo. La solitudine, in molteplici accezioni conta 78 citazioni. 
- il primo posto è per 79 ricorrenze, volere

Sulla carta a convincere di più sembrerebbe il testo di Marco Mengoni. 
“Siamo fermi in un tempo così
Che solleva le strade
Con il cielo ad un passo da qui
Siamo i mostri e le fate”

Una storia d’amore complessa e piena di risvolti, molto contemporanea. 

Queste le parole. Poi si sa l’orchestra, l’arrangiamento, l’emozione e l’interpretazione regalano sorprese. Meglio una graffiante voce stonata di chi ha vissuto e ha qualcosa da raccontare invece di una ugola d’oro senza spessore. Ma questo si vedrà, ai posteri l’ardua sentenza.

(Prof. Luca Monti - inviato da Sanremo)