C'era due volte... Il Festival di Sanremo


La cronaca della terza serata invita a connessioni magico-filosofiche.
Se ancora siete lì a dover fingere di avere visto la serata, ecco servite alcune osservazioni che stavolta però, preparatevi, sono legate concettualmente ad un numero: il "2".
Tocca a noi il 'secondo' ascolto dei brani, qualcosa resta e qualcosa se ne va, le prime impressioni si confermano o si smentiscono, se si potessero fare due volte le cose nella vita...
Due, nella teoria dei numeri, rappresenta la dualità e l'unione, è simbolo dei rapporti relazionali, associativi e diplomatici. Il Due inoltre è considerato il numero della relazione di coppia.

Due news arrivano in mattinata, è giovedì. 
La prima: relazioni diplomatiche, niente cena all'Eliseo per Giorgia Meloni, Francia e Germania e off Italia, con rimpianto per Draghi in treno coi capi di Stato. Enrico Lucci di 'Striscia la notizia', chiede ad Amadeus, data la visita di Mattarella, di invitare la povera Giorgia che aveva già pronto l'abito da sera e di già si potrebbe portare pure La Russa, con il busto di Mussolini, da far sedere accanto alla Giovanna e a Jose (moglie e figlio di Ama).
La seconda: e se la Rai perdesse Sanremo? Sarebbe arrivata un'offerta da una società di broadcasting per organizzare un prossimo festival e scalzare la Rai. Le vie del destino sono sempre due, sembrava tutto in splendida ascesa e invece si affaccia una seconda via... un altro canale, un'altro mondo... il tutto resta ancora lontano. E se ci fossero due festival?

Due sorelle aprono il festival: le Iezzi, il divertimento e i vestiti neri, furore e splendore delle milanesi ritrovate, in conferenza stampa riescono a dire delle straordinarie verità. Cito: "ci guardiamo una con l'altra con occhi diversi. Il pubblico è cresciuto con noi, ieri i nostri fan stavano nelle camerette a sognare di noi e oggi sono adulti, ma ancora sognano di incontrarci. Dopo dieci anni non avevamo neanche un management, eravamo disperate. Siamo sorelle privatamente, non nella vita artistica, cioè abbiamo seguito due biografie diverse, lei, Chiara, è attrice e ha scritto un libro, io sono imprenditrice, ho una mia attività come dj. La nostra distanza artistica è evidente, ma abbiamo un terreno comune."

Due siciliani splendidi, Colapesce e Dimartino, cavalieri della nobile arte di dire una cosa negando l'altra, due verità a contrasto e valgono entrambe. 

Due: il re e la regina Marco e Giorgia. Il perché? Molto semplice, una canzone si compone di due cose, musica e parole. Entrambi le plasmano con eleganza, con emozione.
Giorgia esprime l'essenza delle donne cantanti, dive e star, Mina e la Vanoni, Patty e Milva, Giorgia interpreta e scrive, ci eleva nella sua performance, ci prende con sé.
Marco Mengoni ha la capacità di dare slancio a delle situazioni quotidiane, la canzone "Due vite" si sgrana di immagini piccole e si perde in un cielo blu. Così Giorgia dice: una storia è finita, ma non importa, resta una malinconia leggera attaccata a dei ricordi speciali che porto con me. Divini loro due, eletti, una grandezza dell'orchestrazione plana su una voce cristallina e sferzante.

Due litigiose signore, Oxa e Madame che si prendono a bicchierate, la più grande avrebbe detto alla giovane "Vaccinati" e sono volate le parolacce.
Due è il titolo del brano di Elodie, che affonda in una relazione difficile; due sono i Coma Cose che raccontano di una relazione matura e cosciente, "comunque andrà l'addio non è una possibilità", hanno dichiarato di volersi sposare dopo il Festival.
Due, Morandi e Sangiovanni, cantano "Fatti mandare dalla mamma".

"Che giri fanno due vite", quelle di Blanco ieri vincitore e oggi perdente distruttore e invece Tananai ultimo in classifica, rimonta, studia e oggi racconta con delicatezza l'amore sotto le bombe, tra le palazzine che bruciano, nella migliore operazione di diplomazia politica che realizza il festival.