8 marzo: festival e donne


I dati sulla presenza delle donne nell'ambito della cultura parlano da soli. Come emerge dal Report di Federculture 2021 in Italia il 42,8% dei lavoratori nel settore culturale è donna, dato leggermente più positivo rispetto all'occupazione generale, dove la percentuale scende al 42%. La media Europea è però più alta, arrivando al 48,1% nel settore culturale. Questo è dovuto alla mancanza di tutele sociali ed economiche per le donne, ancora costrette a scegliere tra carriera e famiglia. 

Oltre alla questione delle lavoratrici, il tema centrale è la direzione degli spazi, gestiti nella maggior parte dei casi da uomini. L'abbattimento del famoso "soffitto di cristallo". Basti pensare alle donne che dirigono musei, teatri nazionali o manifestazioni di rilievo internazionale: nel nostro paese si possono contare su una mano. Un gender gap che contribuisce anche alla decrescita del nostro PIL e della nostra economia. 

Nell'ambito dei festival la situazione non è molto divergente da quanto emerge in altri settori. Da una indagine di TrovaFestival, su un campione di 131 festival attivi, ovvero il 10% del totale di festival mappati dall'Associazione, emerge che:

  • il 54,20% del campione (ovvero 71 festival) è diretto da un uomo, o un team di soli uomini;
  • il 18,32% del campione (ovvero 24 festival) è diretto da un pool in cui è presente almeno una donna;
  • il 17,56% del campione (ovvero 23 festival) è diretto da una donna, o un team di sole donne;
  • il 9,92% del campione (ovvero 13 festival) è diretto da fondazioni o municipalità. 

La strada da percorrere è ovviamente ancora lunga. Come TrovaFestival pensiamo che la divulgazione di dati possa contribuire a diminuire il gender gap. 

(8 marzo 2023 - Milano)