Sanremo 2024 | Prima serata: la rivincita delle Ladies
La cronaca per chi non c’era e cerca di piazzare un commento sagace.
Dal nostro inviato al Festival di Sanremo, Luca Monti.
Trascorsa la lunga prima serata, forse si potrebbe immaginare che il festival cambi fuso orario e come i fortunati italiani di New York che lo seguono da svegli, facciamolo iniziare alle 14.30 per finire a mezzanotte circa e contestualmente decretiamo festa nazionale con cinque giorni di vacanza.
La rivincita delle donne, argomento principe per distogliersi dalle discussioni - se per caso foste quei pochi nel paese che hanno seguito la serata - la rivoluzione delle ‘70s Ladies.
Loredana Bertè, come una vecchia zia che sembra aver trovato la pace dopo una vita di stravizi, prima ti chiamano pazza poi ti fanno santa già inno nazionale; Fiorella Mannoia, 70 anni ad aprile e danza come in Sudamerica, la nuova tigre della disco Angela, la Brunetta dei Ricchi e Poveri, 43 anni dopo aver cacciato la bionda Occhiena, attraversato le generazioni è ancora qui, e con grinta. Annalisa in quota refrain per spot estivo, Emma strepitosa, energia pura, Big Mama emozionata.
E ora rivolgete una domanda, ma quale testo resta di più? Al primo ascolto purtroppo vincono ancora i melodici Il Volo, un capolavoro che cade dal cielo per quel solito amore senza tempo, però a differenza di altri in effetti la combinazione testo, melodia, arrangiamento, intonazione tipici della tradizione italiana, funziona solo con rarissimi campioni del 2024.
E i look? Rose Villain top, indossa un bassorilievo floreale liberty, e gli altri? Variazioni sul nero. Per fortuna che nel Sanremo stile Meloni, Angelina si dà un po’ di colore, poi tutti in bianco o in total black. (Ma mi viene il sospetto che serva per dei punti al gioco del momento il Fantasanremo...)
Giacche a copprire petto, abiti da uomo in varie forme, un certo ritorno dei guanti. Pochi look fantasiosi, Sangiovanni e Diodato stesso sarto per un bianco extra large, Ghali ha un pigiamino azzurrino brillantino e Tedua con pelliccia arlecchino, Lazza proprio tuta nera, inqualificabile, ma gli ultimi due sono super ospiti (ebbene si!), Renga Nek completo da cerimonia grande magazzino, canzone da compitino a casa, tema libero, solita solfa, invece della tuta gold, titolo del suo brano, Mahmood ha preferito un gilet da idraulico, di quelli con le tasche per i cacciaviti.
Io, i giovani, non li capisco, definitivamente… E si consuma la frattura tra rapper e melodici. Non pervenuti La sad, il Geoleir, Irama, perfino Sangiovanni, con quel “finiscimi”, invocazione per non vedere oltre questo Festival cosa esiste là fuori.
Chi rischia e chi no, peccato per la Amoroso che non stupisce e resta solo sé stessa, così Diodato niente di nuovo, cosa puoi aspettarti dai The Kolors? Ecco lo hanno fatto.
Tra le righe segnaliamo il Fiorello insuperabile con avatar intelligenza artificiale e la bella pubblicità di baci nella Liguria romantica.
Dargen sui migranti, all'una passata, lancia una invettiva contro la guerra vestito di orsetti, un clown moderno, un giullare che farà molto discutere, una satira che porterà argomenti ai giornali (e tanti punti Fantasanremo!).
Un momento piuttosto imbarazzante la performance di Marco Mengoni che fa un siparietto, si direbbe uno sketch vecchio stile comico, ma proprio non ce la fa, si dimentica perfino le borsette e che avesse lasciato le chiavi delle manette altrove, si capiva da prima che entrasse in scena con le stesse in tasca.
Ultima raccomandazione: dite a Mr Rain che è passato un anno dopo e deve cambiare brano.