Sanremo 2024 | Duetti, diamanti e bigiotteria


L'Ariston si riscalda come una balera romagnola o una spiaggia salentina, la serata duetti cover è difficile da sbagliare, basta mettere insieme stili, artisti, voci, questo va riconosciuto ad Amadeus, la buona cucina italiana convince sempre.


La sala si solleva in volo con Lorella Cuccarini, un medley che culmina con "Sugar Sugar" al centro del palco, dove la conduttrice balla insieme a un Fiorello incantevole, nei panni di Manuel Franjo, ballerino riccioluto del Fantastico 1985. 


Ad aprire la serata, come si suole fare quando si ha un ricco menu si parte un po’ con un antipasto leggero, è Sangiovanni, con le sue vecchie farfalle. 

Uno dei momenti clou del Festival, una canzone con 190 milioni di visualizzazioni e presente in più di 17 film. I Ricchi e Poveri salgono sul palco con "Sarà perché ti amo", in spagnolo, accompagnati da Paola & Chiara, che fanno scatenare la sala stampa in una discoteca, mai vista, a seguire "Mamma Maria", una delle canzoni più ascoltate e cantate del duo. L'esibizione di Skin e dei Santi Francesi con "Hallelujah", canzone più usata in assoluto nei teatri e negli spettacoli contemporanei, che scatena una standing ovation e però la bella pantera forse ha perso un po’ di voce.

Dargen stavolta non ci sta, lasciasse stare Morricone, poi una specie di omelia seria, continuiamo a pensare che i suoi appelli siano fuori luogo, Amadeus lo liquida con una delle tante medagliate. 

Ghali è il più completo e convincente prima in arabo, con lui, anche se non sul palco, c'è sempre l'alieno Rich-Ciolino, da spalla al direttore d'orchestra. L'artista propone un medley con la prima canzone intitolata "Bajna", seguita da "Cara Italia", e conclude con un brano dal grande messaggio, "L'Italiano" di Toto Cotugno, il tutto sotto il titolo "Italiano Vero". 

Al termine della sua esibizione, Ghali si rivolge alla madre in platea: "Ciao mamma, ti amo", conferma del suo essere italiano. 


Gli ospiti, tra l’altro il cast di "Mameli", il DJ Gigi D'Agostino, Arisa, Elena Sofia Ricci, Buy e i Jalisse. 

Amadeus dà una lettura di una lettera degli agricoltori.

Loredana Bertè interrompe la sua esibizione perché non sente la musica e non riesce a cantare, una situazione simile a quella di Gianluca Grignani dell'anno scorso, che fu costretto a interrompere la sua esibizione proprio per lo stesso motivo. E poi c'è Riccardo Cocciante che accompagna Irama in "Quando finisce un amore", una canzone dalle parole incredibili, definitivamente è più romantico e profondo cantare di amori finiti, lo conferma Angelina che stasera ha vinto tutto, anche se non il festival. 

Parte alta della serata anche per Mahmood che non ne sbaglia una, coi tenores de Bitti e con Lucio Dalla.

Cercheremmo di evitare figuracce imitando i Queen e Lucio Battisti, a me la Rettore piace sempre ma quei tre scapigliati meno.

I look sono ormai da faraoni egizi, una tatuaggistica carosello di figure infernali, da segnalare un accappatoio del giovane Maninni e Fred De Palma con grembiule da tipografia.


Alla fine in questa serata brillano le voci soliste, Angelina, paradossalmente, le classiche con intenzione con voce e profondità, Vecchioni e Alfa, Annalisa, Riccardo Cocciante, i Santi Francesi e Ghali, il resto è una bigiotteria, Mannoia Gabbani, Gazzelle-Venditti, Loredana, Tozzi, ma il peggio sono proprio i tentativi di imitazione de I Queen, Morricone, Elton John, Battisti, che sono imitazioni pallide e poco riuscite di grandi maestri inarrivabili.

Poco altro e qualche sorpresa nella classifica, in mezzo ai fischi sti quattro chiagnazzari napoletani hanno la meglio:

1.Geolier 2.Angelina Mango 3.Annalisa 4.Ghali 5.Alfa e Vecchioni