TourFest 2024| FU ME
Un festival per raccontare il viaggio e l’incontro tra culture
Di Alessandro Beltaro.
L’ossimoro è una figura retorica che associa, o meglio unisce, concetti contrari. È molto usata in letteratura ed è particolarmente efficace perché coglie la contraddittorietà della realtà. Vedere un solo lato della medaglia è troppo semplificativo. Se si vuole esprimere al meglio la verità, è necessario considerare anche ciò che sembra molto distante. Avvicinando elementi lontani tra loro, se non opposti, come il caldo e il freddo, la calma e l’agitazione, il passato e il futuro, si possono creare delle immagini paradossali, ma molto incisive. Così il “naufragar m’è dolce in questo mare” di leopardiana memoria riesce a esprimere quello stato di irrequietezza piacevole che si prova di fronte all’ignoto.
Allo stesso modo il concetto di FUture MEmorie, da cui prende il nome il festival FuMe, è un ossimoro per descrivere in realtà il presente. Quelli che in futuro saranno i ricordi sono ciò che si vive al momento. E non si può parlare di presente senza parlare di contaminazione: in una società globalizzata, in cui la migrazione da certi paesi è pressoché obbligata a causa della situazione socio-politica, lo scambio tra diverse culture è all’ordine del giorno.
Un festival in viaggio
Raccontare il presente è anche l’occasione per raccontare le guerre che portano alla fuga, raccontare la paura di vivere in un paese diverso dal proprio, raccontare lo spostamento da Sud a Nord per chi cerca lavoro. Insomma, raccontare un viaggio. Non è un caso che la quinta edizione di FU ME, il festival di teatro a Cesena diretto da Michele Di Giacomo, si intitoli appunto “In viaggio”.
Il festival ha raccolto testimonianze di artisti (e non solo) attorno al tema del viaggio, non tanto per motivi turistici, ma per esigenze di sopravvivenza. Per la prima volta quest’anno il festival è stato diviso in due momenti contraddistinti da una diversa offerta di spettacoli e da una differente location. Dal 19 al 21 luglio si è svolto al Chiostro di San Francesco, nel centro di Cesena, con una programmazione più varia, spaziando da reading a concerti; e dal 25 al 28 luglio a Villa Silvia Carducci, incentrata sulla scena teatrale contemporanea, sempre sul tema del viaggio politico.
Dopo la prima serata, con Cecilia Sala, giornalista inviata di guerra, il 20 luglio è stato proposto un concerto dell’Orchestra Multietnica di Arezzo con Paolo Benvegnù. Il cantautore, fresco di Targa Tenco, ha duettato con uno dei progetti musicali più interessanti della scena attuale. L’OMA è infatti composta da 30 strumentisti e 4 cantanti che provengono da nazioni diverse, capaci di intonare le musiche popolari di tutto il mondo arrangiate con un sound più contemporaneo. Canzoni della cultura albanese, sudamericana e medio-orientale, interpretate sempre con una passione coinvolgente. Anche senza le introduzioni che spiegassero l’origine e la storia dei pezzi, e i testi dei brani non fossero sempre comprensibili perché erano nella lingua d’origine, l’emozione arrivava anche solo dalla voce vibrante e intensa dei cantanti.
Il 21 luglio Mario Perrotta ha proposto Emigranti Express, uno spettacolo che nasce da un programma radiofonico. Un viaggio immaginario sul treno da Lecce a Stoccarda ascoltando le testimonianze dei migranti che dal profondo sud cercavano fortuna nel ben più freddo Nord. Il primo episodio racconta la partenza e i saluti della famiglia, il secondo l’arrivo a Milano in cui si prendeva il treno per la Germania e il terzo la frontiera tra l’Italia e la Svizzera. Un reading che non è solo un reading, ma un documentario di chi quel tragitto l’ha fatto una volta al mese per anni. Mirabile anche la scelta delle musiche, tutte canzoni anglofone che spaziano dai Queen a sonorità più country, che accompagnano tutto il racconto in maniera coerente rispetto al testo. Un lavoro che, dopo 10 anni di, suona ancora attuale.
Culture in viaggio
Da segnalare anche gli Incontri FuMe Bar. Dal 19 al 21 luglio, nel cortile della Biblioteca Malatestiana, prima di ogni spettacolo è stato organizzato un aperitivo in cui si potevano gustare i cibi tipici di diverse comunità etniche insediate nel territorio e ascoltare, in un ambiente informale e tranquillo, il racconto di progetti legati all’intersezione tra culture. Il 20 luglio sera l’emittente locale Radio Contra ha presentato il podcast Storie di c’era, che racconta le esperienze di migranti insediati a Cesena, con la possibilità di ascoltare tutte le puntate scansionando un QR code.
Molto partecipata è stata la serata del 21 luglio, in cui la comunità ivoriana ha preparato delle specialità culinarie e Saba Aglana ha presentato il suo libro La signora meraviglia (Sellerio, 2024).
Creare una connessione tra gli abitanti originari della città e chi si è insediato per necessità, lasciare che le persone possano viaggiare spiritualmente sentendo odori e suoni diversi da quelli che ci si aspetterebbe in una città della Romagna è quello che più affascina di questa edizione di FuMe, un festival che riesce a raccogliere le istanze del presente ed esprimerle coinvolgendo il pubblico con calma e cura.