TourFest 2024 | Kilowatt Festival


La potenza del gesto, la scoperta dei luoghi, la convivialità

Di GaÏa Debuchy.


Venerdì. Sono su un treno in partenza da Pergine per andare a sud, per incontrare Giulia e Oliviero con cui andrò a Kilowatt, il festival di teatro di Sansepolcro. Sul treno, mi riprometto di parlare italiano, per sfruttare questa opportunità dato, che sarò con Giulia e Oliviero (che, in realtà parlano molto bene il francese, ma non lo sapevo ancora). Ecco perché oggi scrivo questo articolo in italiano, per provare a restituire la mia esperienza a Kilowatt e la mia immersione italiana. Una sfida per me… e ammetto che a volte dovrò usare il dizionario.

Festival, buon cibo e convivialità

Incontro Giulia e Oliviero sotto i 40 gradi di Cesena. Sono in macchina, salgo e partiamo per la Toscana! Non conosco questa regione e capisco rapidamente che sono con le persone migliori per scoprirla. Giulia e Oliviero amano mangiare buon cibo, elemento che ho notato essere tra i più importanti in tutte le tappe del mio viaggio qui in Italia. Una cosa che Lucia Franchi e Luca Ricci, i fondatori e direttori di Kilowatt, hanno capito. Infatti, hanno raccolto i food trucks nel centro di Sansepolcro, nei Giardini di Piero, che servono cibo tipico toscano. È qui che scopro la mia cara panzanella, tra i piatti che amerò di più di questa estate.
I Giardini di Piero sono un bel posto per la convivialità del festival, oltre all’area ristoro tutte le sere dopo gli spettacolo il parco si anima con concerti e DJ set e possiamo ballare sotto il cielo stellato della Toscana. Qui in città è meno caldo rispetto a Cesena, grazie al vento. Per fortuna, visto il fitto programma del festival, tra spettacoli e conferenze. Per chi lo desidera, la giornata inizia alle 10, come sabato 13 dove fin dal mattino si è tenuta una conferenza sull’attore e la sua voce.

Sandro Lombardi e Federico Tiezzi

Ogni anno, Kilowatt festival elegge i propri padrini. Quest’anno il festival rende omaggio a Sandro Lombardi e Federico Tiezzi. Sandro Lombardi è un attore, scrittore e drammaturgo e ha lavorato molto con il regista Federico Tiezzi. La loro collaborazione è iniziata nel 1972 a Firenze con La donna stanca incontra il sole. Il festival inizia con una proiezione di uno dei loro lavori nell’auditorium di Santa Chiara. Ecco cosa c’è di bello in questo festival, vediamo opere in spazi unici, come questo auditorium. Siamo in una ex chiesa per vedere un film di Henry James adattato drammaturgicamente da Sandro Lombardi e con l’opera video di Federico Tiezzi. Hanno fondato la compagnia Lombardi-Tiezzi (che agli inizi si chiamava Il Carrozzone e poi è diventata I Magazzini). Nel chiostro di Santa Chiara presentano La lunga strada di sabbia. Il viaggio in Italia di Pier Paolo Pasolini. Sul parco Sandro Lombardi legge gli scritti di Pasolini che raccontano il reportage sulle spiagge italiane pubblicato a puntate nel 1959, mentre Monica Bacelli canta le canzoni di quegli anni, accompagnata da Andrea Rebaudengo al pianoforte. Lo spettacolo è commovente. La semplicità di questi tre corpi sul palco, senza scenografia o artifici, fa salire la voce di Pasolini e la pura emozione che emana dai suoi viaggi.

Alla scoperta della città di Piero con Just Walking

La cosa bella del festival è che posso davvero scoprire Sansepolcro. Gli spettacoli si svolgono in luoghi diversi del borgo. Oliviero mi dice “vai a vedere i suoi affreschi, sono delle meraviglie!”. Così la mattina visito il museo dedicato a Piero della Francesca, artista nato proprio in città. E mi innamoro dei suoi affreschi.

Affresco di Piero della Francesca

Affresco di Piero della Francesca

Gli appuntamenti sono in luoghi diversi ma molto vicini tra loro, così riesco a esplorare la città e le sue peculiarità. Come il gelato da Chantilly, di cui sogno ancora oggi il cioccolato fondente…

Just Walking, Campsirago Residenza / Michele Losi“Camminare è una pratica di communità”

Just Walking: “Camminare è una pratica di communità”

Altro ricordo indelebile è la performance urbana itinerante proposta da Michele Losi, Just Walking. Che esperienza unica! Sabato pomeriggio: siamo sulla piazza accanto all’auditorium di Santa Chiara, con le cuffie wireless da indossare per lo spettacolo. Stiamo aspettando qualcosa, tutti in cerchio. Michele Losi e alcuni ballerini vanno al centro e cominciano a muoversi, contemporaneamente Losi ci parla del ruolo del cammino nella cultura occidentale. Poi iniziamo la passeggiata nel paese. Losi ci conduce, siamo un grande gruppo di persone con le cuffie. Nelle nostre orecchie, a volte è lui che ci racconta della sua filosofia del camminare, a volte sono pezzi di racconto di altre voci, di autori, filosofi, politici e camminatori, sulla libertà, sul passeggiare, sull’esplorazione e a volte c’è della musica fantastica! Camminare in gruppo, tutti insieme mentre ascoltiamo nello stesso istante le stesse note dà una forza senza pari, ci rende uniti, una cosa sola, un gruppo e comunità. È divertente vedere gli occhi dei passanti, si chiedono cosa sta succedendo e sicuramente percepiscono questa energia collettiva perché ci guardano, silenziosi. In un certo senso, sono parte della performance. In realtà, tutto fa parte della performance e questo è forse uno degli aspetti più potenti del lavoro.

Miserella del Teatro dell’Argine

Dopo due ore di passeggiata, siamo ora pronti per sederci al Teatro alla Misericordia per vedere il Teatro dell’Argine in Miserella. Quattro donne, Caterina Bartoletti, Micaela Casalboni (che debutta alla regia), Giulia Franzaresi e Ida Strizzi, ci raccontano il corpo di donna che invecchia, come possiamo essere nel nostro corpo attraverso il tempo? Non capisco tutto dello spettacolo perché non ci sono i sottotitoli, ma capisco la gioiosa energia di queste quattro donne, che si attivano in una scenografia vivace e colorata che ci riporta nelle copertine di riviste patinate anni Settanta, in un salotto che forse le nostre madri sognavano. Un’indagine su come il corpo di donna si trova schiacciato non solo dagli acciacchi del tempo, ma dai pregiudizi sociali che ci obbligano a una performatività pressante e costante. Le attrici portano in scena le debolezze femminili, insieme ai sogni e ai desideri che non passano mai. Una narrazione che provando a coniugare diversi livelli linguistici, dal teatro ragazzi delle performer al teatro di indagine con le registrazioni di voci di donne reali, tende a risultare in più punti tragicomico, perdendo forse l’obiettivo del lavoro.

Shaking shame di Melyn Chow

Lo spettacolo si inserisce perfettamente nel programma di questa edizione di Kilowatt che interroga il posto del corpo nello spazio, in città ma anche nella natura, quella all’esterno e quella all’interno di ciascuno. Questa domanda si estende nella performance di Melyn Chow, Shaking shame. Cinque corpi nudi sono su una pedana specchiante, al centro del Chiostro di San Francesco, che si agitano avvicinandosi e toccandosi tra di loro, cancellando ogni confine sociale per proporre un dialogo corporeo sensuale e sessuale.

Melyn Chow, Shaking Shame (ph. Luca Del Pia)

Viene in mente Isadora Duncan quando nel 1903, in una conferenza a Lipsia, ha parlato della “danza del futuro”.

I movimenti del selvaggio, che viveva in libertà e a contatto costante con la natura, erano naturali, belli e illimitati. Solo i movimenti di un corpo nudo possono essere perfettamente naturali. L’uomo più civile dovrà tornare alla nudità […] Allora i movimenti di quest’Uomo saranno naturali e belli come quelli degli animali selvatici.

La scena permette la ricerca della spontaneità con cui l’uomo è nato. Nella performance questo è esplicito e provocante, mettendo in discussione le regole della società con un tono allegro e a tratti ingenuo. Sembrano infatti giocare come bambini e il pubblico, inizialmente immobile, si mette a ridere qua e là.
Sono corpi liberi e questo dà a Kilowatt un’aria di libertà. E anche noi, dopo una intensa giornata ci lasciamo andare e andiamo a ballare nei Giardini di Piero. E, naturalmente, tra due balli mangio un gelato da Chantilly.

Andare a Kilowatt non è solo l’occasione per scoprire uno dei borghi più caratteristici di questa magica regione, la Toscana, ma è anche la possibilità di riscoprire la potenza del gesto artistico, a contatto con le comunità e la natura.