TourFest 2024 | Mirabilia
Un pubblico eterogeneo e di ogni età all’insegna del divertimento e dell’arte
Di Sabrina Dutto
“Gimme Shelter” è la scritta che ho letto su tutti i volantini e le locandine dell’edizione 2024 di Mirabilia Festival sparse per la città di Cuneo. E’ il titolo dell’album dei Rolling Stones del 1969, da cui prende il claim della manifestazione di quest’anno. I temi esplorati in questa XVIII edizione, infatti, sono quelli dell’accoglienza, della diversità, della lotta alle ingiustizie, del trovare un luogo sicuro (Dammi riparo/rifugio nella traduzione in italiano).
Magliette azzurre e magliette arancioni
Mirabilia è organizzato dall’associazione Agorà con la direzione artistica di Fabrizio Gavosto. Come tutti gli anni, il cartellone è ricco di compagnie nazionali e internazionali che riescono non solo a esibirsi e incontrare nuovi pubblici ma anche a incontrare operatori culturali internazionali.
Nei giorni di festival tutta la città di Cuneo si riempie le magliette azzurre e arancioni dello staff e dei volontari che aiutano nella gestione della manifestazione. Sono decine gli spettacoli in programma, che appartengono a molti generi differenti: circo, danza, teatro, musica…
Anche i luoghi utilizzati dal festival sono molti, la maggior parte si trova vicino al centro della città e sono raggiungibili a piedi. Alcuni si svolgono nei quartieri più periferici di Cuneo, come San Paolo o Donatello.
Oltre ai luoghi di spettacolo, c’è un altro luogo di incontro dove staff, volontari, operatori e artisti si ritrovano a mangiare o bere insieme: il Baladin vicino alla piazza principale.
Uno spettacolo o una gara ciclistica?
Io sono stata al festival per le tre giornate conclusive del festival, dal 30 agosto al 1 settembre 2024.
Giro in piazza della compagnia Madame Rebinè al Campetto dell’asilo cattolico vede in scena tre artisti, due su bici coinvolti in una sorta di gara, mentre il terzo, appiedato, fungeva da presentatore e motivatore. Era uno spettacolo di circo comico, con continui scambi con il pubblico e grandi risate. Due signore sono state particolarmente coinvolte: fatte salire in scena come “vallette” del presentatore, hanno aiutato i ciclisti in gara nei momenti di difficoltà con l’aria di due ventilatori oppure hanno messo in difficoltà l’attore che volevano perdesse sparando acqua con piccole pistole o lanciandogli oggetti. Numerosi i giochi circensi, attimi di equilibrismo su una sola ruota della bici, suscitando grandi risate.
Giro in piazza, compagnia Madame Rebinè
Quando lo spaghetto è la star
A seguire, mi sono diretta verso il cortile della “Guida” (il settimanale locale) per assistere a Operà pour spaghettis della compagnia francese Cie. Facile à Retenir. In scena solo un attore, Guillermo Leon, che intratteneva il pubblico giocando con un pacchetto di spaghetti. Proprio così: l’oggetto principale attorno al quale si sviluppava tutto lo spettacolo era un pacchetto di comuni spaghetti, comprati poco prima al supermercato, come ha ammesso lo stesso artista. Anche qui, il coinvolgimento del pubblico è stato l’elemento fondamentale. Fin dall’inizio Leon si confrontava direttamente con noi, invitando poi uno spettatore a salire in pedana. Prima di cuocerli, in diretta con noi presenti, immergendoli nell’acqua insieme alla sua barba Con questa scena lo spettacolo si conclude tra l’amarezza di tutto il pubblico, che avrebbe voluto ridere ancora un po’ insieme a Guillermo e ai suoi spaghetti.
Operà pour spaghettis, compagnia Cie. Facile à Retenir
Umano, burattino, macchina
Una breve pausa mi porta ai giardini Fresia per Clic dei Trukitrek, che intreccia marionette e corti d’animazione video, creati ad hoc per lo spettacolo. Siamo in un futuro non troppo lontano dove gli uomini saranno controllati da macchine. Fausto, il protagonista, deve compiere una serie di scelte per compensare i suoi problemi di salute, come la sostituzione di un organo umano con un organo meccanico. Era questo il controllo esercitato su Fausto: grazie a questi marchingegni, ben presto non avrebbe più avuto un’anima ma neanche pensieri e bisogni umani. Uno spettacolo senza lieto fine, che spinge a una riflessione profonda su come gli algoritmi ormai ci influenzano i pensieri, col rischio che arrivino ad avere il controllo totale.
Clic, Trukitrek
La giornata si è conclusa con The Midnight Freak Show di The Gipsy Marionettist, uno spettacolo di marionette, minuziosamente intagliate e lavorate da Rašid Nikolić, l’autore e attore dello spettacolo. Risate a non finire già dalla prima storia, dallo sfondo sessuale e incestuoso. Da un baule posto sul fondo vengono tirate fuori le marionette, uno scheletro che inizia a interagire con il pubblico, fino a far salire tre spettatori per uno sketch comico ironico e coinvolgente.
The Midnight Freak Show, The Gipsy Marionettist
La direzione partecipata e La scelta di Roger Bernat e Qui e Ora Residenza Teatrale
Il mio secondo giorno è stato decisamente più scarno di spettacoli ma non meno impegnativo.
La mattina abbiamo continuato il lavoro portato avanti dai ragazzi delle direzioni artistiche partecipate italiane che hanno partecipato al progetto Next Generation di Risonanze Network.
Il pomeriggio invece ho assistito al dispositivo La scelta di Roger Bernat e Qui e Ora Residenza Teatrale, frutto di uno studio attento del lavoro delle direzioni artistiche partecipate di Risonanze Network. Funziona così: gli spettatori sono divisi in tre gruppi, ogni gruppo guarda tre trailer di spettacoli catalani. Tra un trailer e l’altro lo spettatore, quando vede proiettato il numero corrispondente al suo, deve leggere il testo scritto su uno dei cartoncini colorati che gli erano stati consegnati poco prima, che sintetizzano la discussione dei giovani curatori. Questo meccanismo si ripete per tutti e tre gli spettacoli. Alla fine, il pubblico deve fare una scelta: quale tra questi tre spettacoli catalani vuole portare alla selezione finale? Alla fine c’è un momento libero, con cartellini con frasi ma senza un numero. Ognuno può intervenire quando lo ritiene più opportuno con una delle proprie frasi. Il dispositivo si conclude con l’apertura di una busta con il titolo dello spettacolo scelto dal festival, per verificare corrisponde a quello effettivamente scelto dal pubblico quella sera. Un lavoro emozionante soprattutto per chi, come me, ha realmente utilizzato un procedimento di questo tipo per scegliere gli spettacoli del proprio festival.
La scelta, Roger Bernat e Qui e Ora Residenza Teatrale
Acrobazie, equlibrismi e giocolerie con degustazione
Il terzo giorno è cominciato con Cabaret Reverse/degustazione circense in uno chapiteaux appositamente montato per l’occasione. Come evoca il titolo, non era un semplice spettacolo di circo ma era accompagnato da una degustazione di vini e stuzzichini. Il pubblico è disposto copme in un caffò su panche o sedie intorno a tavolini e calici vuoti. La compagnia francese La Faux Populaire Le Mort aux Dents comincia a parlare. L’italiano è oscillante ma le parole sono solo un contorno per le loro acrobazie. Bicchieri in equilibrio, corde tese sopra la testa del pubblico, cerchi appesi al soffitto con tanto di presa di una signora e una bambina dal pubblico e fatte volare insieme. Non solo, anche un cagnolino che diverte il pubblico. C’era una grande e coinvolgente intesa tra la coppia di attori che spesso si sono aiutati a vicenda o hanno eseguito acrobazie di coppia. In tutto questo, in alcuni momenti dedicati, una piccola pausa consentiva di presentare il vino che si sarebbe andato a degustare. I camerieri si muovevano velocemente nella sala per poter raggiungere tutto il pubblico e servirlo nel minor tempo possibile. Tra stupore, risate e buon vino, lo spettacolo si è concluso e mi sono avviata verso il Don Chisciotte, lo spettacolo successivo.
Cabaret Reverse, La Faux Populaire Le Mort aux Dents
Il Teatro dei Venti ha proposto una maestosa rilettura del testo di Cervantes in forma itinerante, partito da corso Nizza e terminato in piazza Galimberti. Un allestimento gigantesco, con cavalli di legno altissimi e trampoli ai piedi degli attori. Vi erano delle stazioni dove gli attori si fermavano per raccontare una delle avventure del celebre cavaliere della Mancha e del suo scudiero Sancho Panza, anche se la storia non si fermava mai, le parole riecheggiavano tra il pubblico che cercava di muoversi insieme agli attori. Un testo presentato sulla base di tutte le ingiustizie e fatiche dei nostri giorni. Un Don Chisciotte nuovo, che guarda con speranza verso un futuro migliore. Sembra una poesia il lungo discorso finale: una poema di denuncia e positività, speranza e condivisione. Un commovente messaggio che rimane nel cuore.
Don Chisciotte, Il Teatro dei Venti
Il mio festival si conclude con lo spettacolo Et vous… ca va? della compagnia francese Cie. Cirkulez nello chapiteaux allestito al Parco Monviso. Molte le risate, i gesti e le acrobazie. Personaggi molto diversi tra loro si alternano sul palco. Stravagante è la parola più giusta per descrivere lo spettacolo. Dai vestiti al comportamento dei personaggi, ai rapporti tra di loro. Equilibrismo, canto, ballo, contorsionismo, cerchi e tanto altro si sono susseguiti senza un apparente senso logico. Il tutto sotto un gioco di luci e continui cambi di posizione sulla scena. Apparentemente disordinato, ma dal forte impatto, perché questi continui cambi travolgono il pubblico che non stacca mai lo sguardo dalla scena.
Sono tornata a casa con mille suggestioni, ho visto spettacoli di tutti i generi e tantissimi spettatori entusiasti nella splendida città di Cuneo. È molto bello quando si forma un pubblico così eterogeneo, gente di ogni età che si ritrova insieme uniti dall’arte. Dovrebbe essere l’obiettivo di qualsiasi festival.