TourFest 2025 | Un crocevia di culture e di corpi danzanti e politici


Il primo weekend

di Gabriele Morviducci

Dal 3 al 13 settembre 2025 si è svolta a Rovereto la quarantacinquesima edizione di Oriente Occidente Dance Festival. Oriente occidente nasce nel 1981, costituendosi come associazione nel 1983. L’attività più importante dell’associazione è il festival, che negli anni è diventato una realtà ben radicata nel territorio, con una propria identità e una rilevanza internazionale. L’associazione nasce con il sottotitolo “incontro di culture”. L’obiettivo che si pone fin dalla sua creazione è quello di far incontrare due culture, al tempo lontane, quella occidentale e quella orientale, diventando un luogo di ricerca e di studio che vuole ampliare le visioni collettive. L’associazione opera su tre piani: il festival, la parte di “studio” e una parte chiamata “people”. La quarantacinquesima edizione di Oriente Occidente Dance Festivalapre il nuovo ciclo di lavoro: il festival lavora per triennalità, decidendo delle tematiche che si svilupperano per i tre anni successivi. Dopo aver chiuso il ciclo Mediterranei, si apre nel 2025 Corpi assenti. Come afferma il direttore artistico Lanfranco Cis, il lavoro di Oriente Occidente si è sempre basato sul corpo, che quest’anno è stato protagonista: non solo quello danzante, ma anche quello politico, collettivo.

Corpi assenti
Con Corpi assenti viene cambiata la prospettiva: lo sguardo si volge verso un lato più umano e non tanto geografico. L’attenzione è rivolta a corpi che, per diverse cause, sono dimenticati o nascosti. L’obiettivo è di rivolgere l’attenzione verso chi solitamente non è sotto i riflettori, verso chi non ha voce, con il desiderio di far fuoriuscire il sommerso, di rendere visibile l’invisibile, in modo da restituire alla società e alla cultura quello che ormai è sparito. La tematica riguarda anche i corpi non umani, cercando di fuoriuscire da un antropocentrismo che ormai si sta insediando in tutti noi. Con un programma estremamente corposo, Oriente Occidente Dance Festival coinvolge tutta la città di Rovereto, dai luoghi di spettacolo a luoghi pubblici non adibiti normalmente ad attività spettacolari. Questo permette di creare una comunità tra tutti i partecipanti e le persone che abitano il territorio.

Studio
Il secondo piano di lavoro riguarda lo “studio”. Oriente Occidente Studio è uno spazio di creazione e formazione, aperto ad attività come workshop, masterclass e residenze artistiche. Questa parte si riempie di vita grazie alle residenze artistiche: ogni anno artisti, artiste e compagnie trascorrono a Rovereto un periodo di studio e creazione, dando vita a nuovi progetti. Da gennaio 2022 Oriente Occidente è riconosciuto come Casa della Danza da European Dance Development Network. La selezione degli artisti per le residenze artistiche avviene tramite la compilazione di un bando. Con oltre 300 candidature, la commissione seleziona cinque artisti da ospitare, italiani e stranieri. Oriente Occidente punta alla promozione e allo sviluppo del sistema di residenze artistiche, come metodo di produzione d’arte contemporanea e sviluppo di opere innovative e inedite attraverso un accompagnamento nelle diverse fasi della creazione, per stimolare e favorire la crescita di un percorso professionale e artistico. A questi progetti selezionati sono affiancati tre artisti associati, scelti dall’associazione, per sostenere il sistema nazionale della danza contemporanea e lo sviluppo della giovane danza italiana attraverso il supporto di artisti associati, scelti direttamente dalla direzione artistica. Gli artisti scelti sono spesso emergenti a cui viene fornito un sostegno nel percorso creativo e produttivo. Il loro lavoro viene poi co-prodotto e poi programmato durante Oriente Occidente Dance Festival, accanto a grandi produzioni di richiamo internazionale.

People
L’associazione attiva infine “people”, la sezione che lavora con le diverse comunità locali, svolgendo un lavoro territoriale. Oriente Occidente realizza dei percorsi lunghi cinque-sei mesi per due target diversi: teen e over. Queste due fasce di popolazione hanno esigenze e linguaggi diversi. Viene fornito loro uno spazio di espressione e di incontro, dove generare nuovi metodi comunicativi. Spesso si ha anche un incontro intergenerazionale tra i due laboratori, che permette di individuare le differenze e di generare qualcosa di nuovo.

L’accessibilità
Ogni individuo ha il diritto di godere delle arti. Con questa citazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani si apre la parte dedicata all’accessibilità nel sito di Oriente Occidente. L’impegno dedicato all’accessibilità è iniziato nel 2014 quando il festival per la prima volta si è approcciato ad una compagnia che al suo interno aveva artisti con disabilità, ovvero Candoco. Già prima della presenza della compagnia, l’associazione si impegnava nell’ambito, senza però approfondire troppo. Da quel momento c’è stata una rapida evoluzione, facendo diventare Oriente Occidente una delle realtà che si impegna ed investe di più nel campo dell’accessibilità in ambito artistico. Oriente Occidente Dance Festival vuole essere una realtà aperta a 360 gradi, rendendo gli eventi il più possibile accessibili a pubblici con disabilità o con difficoltà di vario genere. L’associazione è fornita di un Team Accessibilità che lavora per rendere il festival uno spazio aperto, accogliente e vivibile, nella convinzione che la comunicazione sia il primo passo per costruire relazioni e abbattere barriere. Grazie al Team Accessibilità, il lavoro è estremamente attento ed impegnato, cercando di fornire più strumenti possibili per far godere il festival a tutti. Per persone con neurodivergenze o disabilità cognitive sono stati realizzati kit introduttivi e incontri di preparazione, per fare in modo che l’esperienza teatrale possa essere attraversata nel modo giusto. Dal punto di vista dell’accessibilità motoria, sul sito di Oriente Occidente sono disponibili descrizioni dettagliate di tutti gli spazi del Festival. Nei teatri e nei luoghi di spettacolo sono riservati posti per spettatori con mobilità ridotta, accesso autonomo a foyer e platea, servizi e parcheggi dedicati nelle vicinanze. Prosegue inoltre la collaborazione con ENS Trento per rendere il festival sempre più accessibile alle persone sorde: disponibilità di subpac, comunicazione in lingua dei segni, e una giornata speciale interamente pensata per permettere a chi viene da lontano di vivere l’esperienza festivaliera a pieno. Per le persone cieche e ipovedenti, sono state pubblicate online delle audio-introduzioni e le descrizioni degli spazi. Inoltre, grazie alla collaborazione con Cantiere Creativo, un’agenzia specializzata nella creazione di siti web ad alta accessibilità, anche il sito di Oriente Occidente è stato progettato con attenzione seguendo le linee guida di The A11 Project, movimento internazionale che promuove l’inclusività digitale con soluzioni estetiche e funzionali. Proprio sul sito è indicato tutto ciò che riguarda l’accessibilità del festival come la mappatura degli spazi e cartelli di way-finding, i consigli della squadra accessibilità riguardo gli spettacoli, la mappatura dei contenuti sensibili (trigger warning) e le indicazioni legate alla presenza di biglietti agevolati. Le attività legate all’accessibilità si inseriscono nella partecipazione attiva di Oriente Occidente a Europe Beyond Access, il più importante progetto europeo sull’arte e la disabilità, co-finanziato dall’Unione Europea. Il progetto ha preso il via nel 2018 e nel 2024 è stato nuovamente finanziato dal programma Europa Creativa dell'Unione Europea per altri quattro anni, fino al 2027. Europe Beyond Access è realizzato grazie a un consorzio di dieci partner di tutta Europa: Skånes Dansteater (Svezia), Holland Dance Festival (Olanda), Onassis Stegi (Grecia), Oriente Occidente (Italia), Kampnagel - Internationales Zentrum für schönere Künste (Germania), CODA Oslo International Dance Festival (Norvegia), Centrum Kultury ZAMEK (Polonia), Project Arts Centre (Irlanda), Mercat de les Flors (Spagna), Culturgest - Fundação CGD (Portogallo); e con la collaborazione del Théâtre National de Bretagne (Francia). Il progetto è sostenuto dal British Council (UK), partner associato che era stato capofila della prima edizione di Europe Beyond Access dal 2018 al 2023. British Council ora segue il progetto sia sostenendone la comunicazione che supportando la partecipazione di artisti e artiste inglesi all'interno del programma di EBA.

Insieme per un impegno comune
Corpi assenti ha permesso di ridare voce al popolo palestinese attraverso la musica, per denunciare il genocidio a Gaza e gli altri crimini israeliani nel resto della Palestina. Diversi promotori tra cui Comune di Rovereto, Donne in Nero Rovereto, Ass. Giuristi Democratici – Sezione Trentino Südtirol, Ass. Pace per Gerusalemme onlus, Centro Pace Ecologia Diritti Umani Rovereto, Casa delle Donne Rovereto, ANPI Rovereto – Vallagarina, CGIL Rovereto, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani Circolo ARCI “Ugo Winkler” Brentonico, Biblioteca Civica Rovereto e Patto per la Lettura, Oriente Occidente Impresa Sociale ETS, hanno collaborato per creare una programmazione chiamata Gaza. Lì dove brucia l’anima del mondo. Questo percorso di sensibilizzazione è iniziato l’11 giugno e continuerà fino a novembre.

Radio Gaza

Radio Gaza
La serata di apertura di Oriente Occidente Dance Festival ha ospitato uno degli appuntamenti di questa rassegna. Infatti, il 3 settembre alle 18:30, presso l’oratorio Rosmini, si è esibito il collettivo musicale Radio Gaza. Nel gennaio del 2025 otto famiglie di musicisti sono state accolte in Francia grazie al programma PAUSE, un’iniziativa promossa dal Collège de France e dall’associazione Al Kamandjâti, nata per offrire protezione e continuità artistica a chi è stato costretto a fuggire dalla violenza, dalla distruzione e dalla morte. Questo programma fornisce una rinascita creativa grazie a residenze artistiche biennali che consentono di proseguire la loro attività in sicurezza, concerti e laboratori. La realizzazione di PAUSE è stata possibile grazie a un impegno collettivo di volontari, associazioni, amministrazioni locali francesi e diversi partner, oltre a un gruppo di artiste e artisti solidali. Radio Gaza non è una semplice band, ma un progetto artistico che riunisce dei talenti palestinesi di Gaza. C’è una reinterpretazione e un riadattamento della tradizione musicale palestinese, fondendo elementi tradizionali con elementi più moderni. Composta da Moneim Adwan (voce e bouzouki), Abu Joury ( voce – rap), Mohammed Alhabbash (oud), Khamis Abushaban (basso), Mohammed Lomani (chitarra elettrica) ed Eyad Abulaila (batteria e percussioni), il collettivo ha realizzato un’esibizione estremamente energica e impegnata, che ha unito tutti in una serata danzante. Dall’unione della band e del pubblico è emersa la voce di persone che non vogliono restare indifferenti davanti ai crimini e alle barbarie commesse da Israele, alla cancellazione di un popolo, della sua casa e della sua memoria. Un sistema da rivoluzionare.

Storie assenti
“Linguaggi”, una serie di conferenze che accompagna il festival lungo tutta la sua durata. Per l’edizione 2025 il titolo della sezione è Storie assenti. La scelta è esplorare ciò che manca, ascoltare quello che non viene detto. Vengono raccontate storie di corpi: storie che ci riguardano, che ci attraversano e ci trasformano. Il primo incontro si è svolto il 4 settembre presso la sala conferenze del Mart. Storie da dentro non è la storia di un eroe, ma il reading tratto dal podcast Io ero il milanese di Mauro Pescio. Viene raccontata, come nel podcast e nel libro, la storia di Lorenzo S., che ha passato tutta la vita da fuorilegge e latitante a causa delle rapine compiute. A 33 anni riceve una condanna a 37 anni, ma un’improvvisa svolta cambia la sua vita. La storia di Lorenzo S. è la storia di un uomo che, attraverso il confronto con gli altri, ha la possibilità di salvarsi. Racconta anche come il carcere può (o meglio, dovrebbe) offrire una seconda possibilità, arrivando a mutare le istituzioni stesse. Il reading è stato preceduto dall’intervento di uno dei membri di Antigone, un’associazione indipendente nata nel 1991 che, con azioni concrete e campagne culturali, si occupa di garantire diritti e garanzie nel sistema penale e penitenziario, promuovendo una pena che sia in linea con il dettato della Costituzione. La missione è quella di assicurare che le carceri siano luoghi dove vengano rispettati i diritti umani e la dignità dei detenuti, cercando anche di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e i professionisti del settore sull'importanza di un sistema penale orientato al reinserimento sociale, in linea con i principi costituzionali e internazionali. Durante l’intervento fatto prima dello spettacolo, sono stati letti dei dati derivanti dal XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, disponibile sul loro sito, che denotano un peggioramento preoccupante di molti fattori legati al sistema penitenziario italiano. Dal sovraffollamento del 133%, al record di suicidi del 2024, alla limitazione delle proteste pacifiche portata da questo nuovo decreto sicurezza. Questi sono solo alcuni dei fattori che rendono questo sistema estremamente problematico per chi lo abita. Questo sistema urla a gran voce il bisogno di una rivoluzione, di un cambiamento. Invito chiunque a prendere visione di questo rapporto, fondamentale per capire le condizioni di chi abita questa dimensione, così da riuscire a diffondere tra la popolazione un ulteriore problema su cui porre l’attenzione.


Il secondo weekend

di Marta Pinosa

Con Oriente Occidente Dance Festival la città si trasforma in un teatro a cielo aperto: piazze, strade, musei e ovviamente i teatri diventano i protagonisti della manifestazione. Secondo il rapporto Federculture, presentato proprio in questa occasione, i festival nati dal basso - come Oriente Occidente - riescono ad avere un grosso impatto sulle dinamiche identitarie, economiche e relazionali dei territori diventando dei veri e propri promotori di coesione sociale.

The Fridas
Al MART - Museo di Arte Moderna e Contemporanea è stato presentato The Fridas di Sofia Nappi, in collaborazione con i danzatori Paolo Piancastelli e Adriano Popolo Rubbio. Il pubblico è seduto in maniera informale, nel percorso museale, tra sedie, cuscini e divanetti. Si è circondati e immersi completamente all’interno del complesso museale. La mostra temporanea Sebastião Salgado Ghiacciai fa da scenografia, insieme a pochi altri elementi. Due figure in abiti da uno stile misto e non precisato camminano al centro della scena, fanno movimenti decisi, senza musica. I loro corpi sono plastici come in un dipinto: la pièce si ispira proprio a un’opera pittorica Le due Frida di Frida Kahlo, nel quale la pittrice messicana si ritrae doppia, come due sé, uguali ma contrastanti. E’ così che i corpi di Alessandro e Paolo iniziano a muoversi a ritmo di musica, con movimenti alle volte sincronizzati, alle volte specchiati, oppure completamente liberi - come i nostri io, alle volte complici, alle volte contrastanti. Il parallelismo risulta evidente, chiara rappresentazione della ricerca artistica dell’autrice che spinge la ricerca delle intenzioni più vere all’origine del movimento e al di là della forma.


Ultima felce - Último Helecho
Poco lontano dai musei cittadini, il Teatro Zandonai ospita Ultima felce - Último Helecho. La scena è diversa, un tradizionale teatro all’italiana. Il pubblico è seduto in platea e nei palchetti e una voce annuncia “Si informano i gentili spettatori che lo spettacolo inizierà fra dieci minuti, si prega di spegnere i cellulari”. Il palco si presenta con una conformazione insolita: le luci sono quasi completamente spente, alcuni musicisti sono come sospesi in aria e intonano una composizione che risulta essere unione di tradizione e mescolanza di elementi. Quando le luci si accendono una struttura quasi primordiale diventa protagonista sul palco e insieme a lei entrano in scena due ballerini, che accompagneranno lo spettatore per tutta la durata dello spettacolo. Un universo artistico senza confini, una porosità tra danza contemporanea, canto, musica, storia e folklore come i suoi autori Nina Laisné, regista e musicista, François Chaignaud, danzatore e autore, e la cantante Nadia Larcher.

Due spettacoli diversi nel linguaggio, ambientazione e approccio, ma accomunati dalla stessa tensione alla sperimentazione e al dialogo tra culture, arti e sensibilità. Proprio questa capacità di intrecciare linguaggi e prospettive rende Oriente Occidente un festival che da 45 è catalizzatore di incontro, ricerca e trasformazione.

MOOD DEL FESTIVAL: Io non mi sento italiano di Giorgio Gaber e È stata colpa tua / In prigione, in prigione di Edoardo Bennato

(scopri tutti i mood dei festival del TourFest 2025)

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