TourFest 2025 | La densità delle forme brevi


Di Alessandro Beltaro.

Ore 18:50. Parcheggio la macchina non molto distante dalla mia destinazione, mi incammino e osservo il centro storico di Lainate, che mi appare subito… dolce. Sarà per il rosa pastello che colora la parete esterna della villa che ricorda il colore delle caramelle alla fragola. Attraverso la piazza ancora assolata e mi trovo davanti a Villa Litta, sede del festival.

Ore 19:00. Inizia la seconda giornata della quarta edizione di Short Out, festival internazionale di cortometraggi che ha come tema “il margine al centro”. Varcate le porte del parco di Villa Litta vengo catapultato in un’atmosfera delicata: il cortile rinascimentale si è riempito di tavolini di legno, food truck e sedie sdraio. Qualcuno sta facendo aperitivo, sventagliandosi con qualsiasi cosa passi a tiro. Ore 19:30. Inizia l'incontro con Luca Misculin, autore di Mare aperto (Einaudi), in cui si parla della storia del Mediterraneo. Il talk, moderato da Fiamma Colette Invernizzi, diventa il racconto di un viaggio compiuto in questi anni sulle coste tra Italia, Libia e Tunisia, fino ad affrontare anche il tema dei migranti e del loro rapporto con gli abitanti dell’isola di Lampedusa.

Ore 20:00. Un profumo di frittura... È ora di cena e mi appropinquo ai food truck. Ce ne sono di vari tipi. Schivo il cibo gourmet, scarto il baracchino degli aperitivi, il mio bersaglio è quello che propone cibo tipicamente siciliano e corro verso il mio tris di arancine (cacio e pepe, burro e alla norma). Mi saziano e appagano il mio gusto.

Ore 20:30. Mi dirigo verso l’area swap party, organizzata in collaborazione con Domeniche per il Futuro, una realtà di Arese che vuole sensibilizzare la cittadinanza sulla questione ambientale. Parlando con le ragazze del progetto, scopro che nelle settimane precedenti si sono trovate insieme a quelli di Tutti Frutti ETS (ente che organizza Short Out e che scoprirò solo più tardi essere composto da volontari) e a Parallelo, realtà di Castellanza esperta in riciclo di materiali, per costruire gli allestimenti e le decorazioni del festival, utilizzando legno e stoffe in disuso. Per molti aspetti organizzativi sono state applicate politiche di sostenibilità ambientale. Altri esempi sono i bicchieri di plastica riutilizzabili, la costruzione di una mostra, allestita una settimana prima dell’inizio del festival in biblioteca, per sensibilizzare sulla questione della moda sostenibile e una convenzione con l’agenzia di car sharing E-VAI che offre il 20% di sconto inserendo un codice promozionale. Ore 21:00. Si aprono le porte dello spazio deputato alla proiezione dei cortometraggi. In quella parte del giardino della Villa gli alberi si diradano formando una ”u”: un perfetto anfiteatro naturale sotto le stelle. L’ingresso è gratuito su prenotazione, ma ci sono sempre dei posti in più per chi volesse aggiungersi all’ultimo, e infatti… Ore 21:30. Si sono accomodate tutte le persone prenotate e quindi posso entrare anch'io. Si susseguono cinque cortometraggi: il primo e il quarto italiano, il secondo cinese, il terzo croato e il quinto austriaco. Mi rendo conto che in un momento storico in cui si è costantemente bombardati di contenuti video, sia lunghi sia brevi sia brevissimi, non mi capita mai di guardare un cortometraggio d’autore. Chiacchierando con il mio vicino di seduta, mi chiedo quale sia il “mercato” di questi film: qual è la loro vita? Che fine fanno dopo essere andati ai festival? Possibile che i festival siano l’unico spazio dedicato a loro?

Ore 22:30. Sono già stati proiettati i primi tre cortometraggi: Superbi di Nikola Brunelli, Gone with the cloud di Yuwei Jiang e The man who could not remain in silent di Nebojša Slijepčević (Palma d’oro a Cannes 2024 e candidato agli Oscar nel 2025), quello che mi ha colpito di più per la sua densità. Un treno in viaggio viene fermato da un gruppo di militari che inizia a chiedere i documenti per un’operazione di pulizia etnica. Nello scompartimento del protagonista (Goran Bogdan) è seduto un ragazzo (Silvio Mumelaš) che non li ha e per questo chiede aiuto al protagonista che lo rassicura: lo proteggerà e non succederà nulla. Nel momento in cui arriva il militare (Alexis Manenti) per fare il controllo, il protagonista sulle prime prova a opporsi, ma presto cede. Quando stanno per portare via il ragazzo, un signore più anziano (Dragan Mićanović), con i documenti in regola, si alza e inizia a contestare i soldati. Alla fine i militari prendono proprio questo signore e il treno riparte, lasciando il protagonista a macerare nel senso di colpa. Già di per sé la trama è affascinante, ma anche lo stile di ripresa, focalizzato sul volto del protagonista e sulla sua incapacità di fare l’eroe, riesce a trasmettere le emozioni che si provano quando un’altra persona mostra quel coraggio che a noi è mancato. Nonostante anche Superbi fosse molto stimolante e ponesse una questione estremamente attuale come il rapporto tra italiani e italiani di seconda generazione, considerati stranieri solo per il nome o per il colore della pelle, il film croato è riuscito a far provare al pubblico il sentimento che permea la narrazione.

Ore 23:00. Dopo un breve intervallo si continua con la visione degli ultimi due film: Majonezë di Giulia Grandinetti e Die Letzte Wette di Meike Wüstenberg. Il cortometraggio austriaco racconta sapientemente a raccontare in pochi minuti una fase della vita molto difficile da affrontare con il sorriso, la vecchiaia. Una coppia di anziani signori (Wolfgang Hübsch e Dany Sigel) colora le proprie giornate scommettendo un pezzo di cioccolato sulle più disparate cose. Un giorno, il marito propone alla moglie di scommettere su chi morirà per primo, ma lei nicchia. La commedia prosegue tra scherzi e ironia, ma con grande tenerezza, mostrando la gioia di due persone che si amano da una vita e che hanno paura di rimanere sole. Terminate le proiezioni, è il momento della votazione: ogni spettatore ha a disposizione tre gettoni che valgono un punto e li può suddividere come preferisce nel recipiente assegnato a ogni cortometraggio. A fine festival saranno assegnati i premi per miglior film, miglior film italiano, miglior film internazionale, una menzione speciale da parte della giuria e il premio del pubblico. Per i primi tre premi è previsto anche una ricompensa in termini economici, mentre per gli ultimi due è più una questione di prestigio. (spoiler: Menzione speciale della Giuria 2025 a The Man who could not remain in silent di Nebojša Slijepčević e Premio del Pubblico 2025 a Room Taken di TJ O'Grady - Peyton, Irlanda 2024)


The man who could not remain in silent Neboja Slijepčević, Croazia, 2024

Ore 23:30. Torno a casa e penso che ciò che più mi affascina sia riuscire a raccontare un contenuto complesso con una forma rapida. In pochi minuti, ogni film ha raccontato un piccolo universo composto da emozioni, esperienze e imprevisti che a volte trovano una conclusione e a volte rimangono sospesi. Chissà dove fosse diretto il ragazzo in treno o se la coppia di signori anziani abbia mai litigato o sia stata così gioconda per tutta la vita. Così, mi torna alla mente una poesia di Giancarlo Consonni, pubblicata in Pinoli, a indicare proprio la concisione dei componimenti, che riesce a evocare con un endecasillabo spezzato un insieme di suoni, odori, colori, sapori e sensazioni tattili precise, lasciando comunque spazio all’indefinito.

UVA

Si fa ronzio

il dolce dell’uva.

G. Consonni, Pinoli, Einaudi, Torino, 2021

MOOD DEL FESTIVAL: Destination Anywhere dal film The Commitments (Niamh Kavanagh; Nickolas Ashford, Valerie Simpson) (scopri tutti i mood dei festival del TourFest 2025)

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