TourFest 2025 | Musica, sperimentazione ed emozioni tra la spiaggia e la pioggia
Di Marika Coppola.
La seconda edizione del Transumare Fest ha acceso Roseto degli Abruzzi dal 20 al 24 agosto 2025 con un’energia contagiosa, trasformando il Lungomare Trento in un crocevia di suoni, identità e passione. Non si tratta solo di un festival musicale, ma di un’esperienza culturale che avvolge chi partecipa: un viaggio che attraversa i territori, emozioni e storie da vivere assieme.
Nato da un collettivo legato all’Abruzzo, il Transumare Fest si distingue per la capacità di intrecciare autenticità e innovazione, costruendo progetti culturali innovativi pensati per la propria comunità.
Dal cuore della tradizione abruzzese della transumanza prende vita il nome, nato dall’unione tra “Mare”, emblema di Roseto degli Abruzzi, e il prefisso latino “Trans”, che evoca il superare, l’andare oltre. Il risultato è un concetto semplice ma potente: un movimento di intenti.
Accanto alla musica, il programma ha offerto attività che hanno restituito la bellezza dell’Abruzzo in ogni sua sfumatura. Tra queste, un trekking a Campo Imperatore insieme agli Amici del Trekking, momenti dedicati al benessere come il workshop di Calisthenics guidato da Christian Mariani e un’esperienza di Sup Cruising tra le onde firmato Coastliner Official.
Non è mancato un focus sulle eccellenze enogastronomiche: un mini corso sull’Olio Evo con degustazione nell’orto al Frantoio Montecchia e un picnic vegano organizzato con Vivaio.
Spazio poi alla dimensione più intima e meditativa, con sessioni di Mindfulness a cura di Chiara Russo, Qi Gong con Aurelia D’Andrea e Yoga con Milva Shanti. Infine, due percorsi tra le vigne della Cantina Savini, Sdijuno che ha unito natura e tradizione, e Degustazione di vini.
Transumare Fest 2025, ph. Simone Samuele Taddei e Cristiana Quaranta
Il festival ha lanciato un messaggio forte su due temi fondamentali: la sostenibilità e l’accessibilità.
Sono stati utilizzati dei biglietti interamente digitali grazie all’app DICE, mentre con Wegoo, un sistema di car-free motion, si potevano dare o ricevere passaggi diventando a tutti gli effetti parte dell’esperienza.
E poi c’era l’idea del bicchiere riutilizzabile: con soli 2 euro ti portavi a casa il tuo compagno inseparabile, valido per birre, cocktail e per ricaricare di acqua potabile agli appositi punti.
Sul fronte accessibilità, invece, il progetto Sintonie ha garantito percorsi dedicati e soluzioni pratiche per persone con disabilità e per chi avesse particolari esigenze, permettendo a tutti di vivere il festival senza barriere e con la stessa intensità. I due palchi principali, L’Origine e Il Vulcano, hanno ospitato performance accompagnate da scenografie curate e creative, rendendo ogni live più immersivo. Grazie alla collaborazione con Emergency e allo slogan ben visibile su uno dei due palchi con la scritta: “Questo festival R1PUD1A la guerra”, Transumare ha diffuso un messaggio di pace e consapevolezza.
Il vero segreto del Transumare Fest è stato il suo lato balneare: al Lido Oasis, la spiaggia ufficiale del festival, già dalle 12:30 del giovedì fino al sabato ci si poteva tuffare (in tutti i sensi) in un’altra dimensione.
Tra ombrelloni, sabbia e mare, i dj set di Pabon, Zen Su e Maguz hanno trasformato la pausa pranzo in relax e movimento. Era il modo migliore per scaldarsi, socializzare e lasciarsi andare.
Transumare Fest 2025, ph. Simone Samuele Taddei e Cristiana Quaranta
Day 1 - Un inizio col botto
La mia avventura è iniziata nel primo pomeriggio del giovedì, tra un cambio treno e l’altro giusto in tempo per immergermi nell’atmosfera del primo giorno. Il programma prometteva bene, e non ha deluso, la line-up variegata ha saputo intrecciare generi differenti ma accomunati da autenticità e ricerca. Ad aprire la serata è stata Emma Nolde, giovane cantautrice che si è presa il palco con naturalezza e determinazione. Le sue canzoni, intense e coinvolgenti, sono riuscite a fondere delicatezza melodica con un filo di sana follia, quel tanto che basta per far vibrare il pubblico e trascinarlo in un ballo collettivo che è più uno stato d’animo che un semplice movimento.
E quando pensavi di aver già dato, ecco arrivare Pellegrino e Zodyaco, che hanno portato sul palco tutta la forza viscerale della loro napoletanità. Con il loro stile hanno creato un vortice familiare e accogliente, come se per un momento Roseto si fosse trasformata in un balcone affacciato sul Golfo di Napoli.
Day 2 - Sperimentazioni ed emozioni
Il secondo giorno si è alzata l’asticella, puntando sull’introspezione. A esordire nel pomeriggio sono stati il duo Rip, visibilmente emozionati e pieni di energia. In particolare uno dei componenti, per una ragione speciale: per la prima volta i suoi genitori erano presenti ad ascoltare il suo progetto musicale. Una sensazione che difficilmente si può spiegare a parole, ma che si è percepita tutta nella loro esibizione, portando in scena una performance fresca e carica.
Successivamente, è stata la volta di Lamante, che con la sua voce tagliente e la sua presenza magnetica ha tenuto tutti incollati dall’inizio alla fine. Uno dei momenti più intensi è arrivato quando ha raccontato l’origine di un brano nato da una lettera scritta negli anni Settanta da sua zia, una donna che non ha mai conosciuto.
Densa di pensieri e domande, che sono tornate in vita grazie alla musica. Un istante sospeso tra passato e presente, tra intimo e universale. A metà live, infatti, ha deciso di aprirci il cassetto dei suoi lavori più nascosti, suonando alcune composizioni ancora embrionali, forse destinate a non vedere mai la luce. Una condivisione rara, quasi un regalo.
Cambio di registro con i Delicatoni, una delle sorprese più scatenate del festival. Se in cuffia ti fanno sorridere, dal vivo ti travolgono come una tempesta di colori. Ironia, malinconia e felicità contagiosa hanno fatto tornare tutti un po’ bambini. Balli, canti, ridi, e alla fine ti accorgi che non puoi più farne a meno. Sono stati loro i miei preferiti del Day 2.
Mentre aspettavo la cena, dall’altra parte dell’area festival, è partito il set di Venerus. Un artista che non ha bisogno di presentazioni e che, ancora una volta, ha dimostrato di avere una marcia in più. Con la sua voce inconfondibile e i suoi arrangiamenti ha stregato il pubblico. Alternando pezzi più lenti a momenti di maggiore ritmo, è riuscito a creare un clima sospeso quasi ipnotico.
Il momento clou? Una versione personalissima di Luce di Elisa, trasformata con il suo tocco in qualcosa di familiare ma allo stesso tempo nuovo. Il pubblico ha risposto all’unisono (io inclusa), in un canto collettivo che ha avuto il sapore di una piccola liberazione. Quante volte ti può capitare di intonare a squarciagola uno dei brani italiani più iconici, se non direttamente a un concerto di Elisa?
Poco dopo sul palco è apparso Okgiorgio, più in forma che mai con un set curato nei minimi dettagli. La sua proposta musicale è tutto fuorché scontata: originale, spiazzante, impossibile da catalogare. E devo ammettere senza deludere nessuna aspettativa, ha fatto ballare, e ho il sospetto che persino i cani presenti al festival si siano lasciati trasportare dal ritmo. Ogni traccia ha colpito nel segno, in una tracklist coesa ma mai prevedibile, dove elettronica, ironia e visione artistica si intrecciano in modo perfetto.
Transumare Fest 2025, ph. Simone Samuele Taddei e Cristiana Quaranta
Day 3 - Chiusura bagnata, chiusura fortunata
Si sa, pioggia e festival hanno un legame speciale: a volte complicato, a volte magico. E l’ultimo giorno del Transumare Fest, il cielo ha deciso di commuoversi, regalando quella dose di acqua che ha reso la serata ancora più memorabile. E questa pioggia non ha fermato proprio nessuno.
A inaugurare il terzo giorno ci hanno pensato The Tangram, eleganti non solo nel sound musicale, ma anche nei look: sembravano usciti da una rivista di moda, anche se con gli strumenti musicali in mano. Un inizio molto piacevole con qualche problema tecnico che non ha scoraggiato la band, anzi li ha portati a comportarsi come veri professionisti senza perdere un colpo.
Sotto una pioggia durata poco più di mezz’ora c’è stata la band italo-belga Cellini, che con il loro ritmo hanno travolto tutti. La pioggia ha reso il concerto indimenticabile, ombrelli aperti, poncho colorati, gente che invece di ripararsi si è lanciata sotto l’acqua come in una danza collettiva. Era il loro primo concerto in Italia e hanno trovato un pubblico che non solo ha resistito, ma che li ha accolti con un calore incredibile.
Il colpo più amaro della giornata, purtroppo, è toccato a Cocapuma. Il palco meno coperto non ha giocato a suo favore e il set si è dovuto interrompere dopo qualche canzone. Una vera sfortuna, perché ci stava deliziando con un live delicato, elegante e intenso. La sua voce dolce e la sua presenza scenica avrebbero meritato molto di più.
Poi è arrivata la scarica elettrica dei 99 Posse, trascinando il pubblico senza tregua, dalle prime file fino in fondo. Generazioni diverse si sono unite in un coro potente, culminato nel grido collettivo “Palestina Libera” durante il loro live. Un’immagine intensa: bambini sulle spalle dei padri che agitavano bandiere palestinesi, simbolo di speranza e memoria indelebile. A chiudere il concerto, un discorso dedicato alla Palestina ha trasformato la performance in un vero e proprio atto collettivo e consapevole, un momento che resterà impresso nella mente di tutti.
E quando pensavi che la serata fosse finita, ecco la ciliegina: Omar Souleyman. Personaggio surreale, magnetico e ipnotico. Con il suo inconfondibile sound siriano ha trasformato il prato in una discoteca a cielo aperto. Lui, visibilmente divertito, continuava a dire i suoi “Habibi”, e la folla rispondeva in coro. Non voleva più scendere dal palco e nemmeno noi avremmo voluto lasciarlo andare.
Transumare Fest 2025, ph. Simone Samuele Taddei e Cristiana Quaranta
E poi, come in ogni grande festa che si rispetti, non poteva mancare la magia della notte. A completare il quadro ci hanno pensato i dj set delle tre serate di DVS 1, Unai Trotti e Outransa, che hanno accompagnato la folla fino alle 2:30 del mattino.
Un tappeto sonoro denso che faceva da sottofondo a chiacchiere infinite, incontri casuali che diventavano amicizie e sorrisi che non volevano spegnersi. Era impossibile non lasciarsi trasportare: ogni battito di cassa sembrava cucire insieme le persone, in un’atmosfera di fratellanza spontanea.
MOOD DEL FESTIVAL: Tighididà di Golden Years, Franco126, Dov'è Liana
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