TourFest 2024 | Rossini Opera Festival


Celebrare il genio di Rossini nella Capitale Italiana della Cultura 2024

Di Francesca Faelutti.


Da 45 anni è il punto di ritrovo per gli appassionati melomani rossiniani, che da tutto il mondo arrivano a Pesaro per immergersi anno dopo anno nelle musiche del compositore marchigiano. Da chi dimostra la propria passione con cravatte ad hoc con il viso di Rossini a chi sceglie il Rossini Opera Festival per accompagnare parenti affezionati fanatici del festival. Dal 7 al 23 agosto 2024, un unico protagonista: Gioachino Rossini, celebrato con cinque opere, in più di 30 appuntamenti.
Nell’anno di Pesaro Capitale italiana della Cultura il ROF propone un’edizione ricchissima, con due nuove produzioni d’Opera, concerti, incontri e talk. Tra i luoghi rossiniani per eccellenza, come il Teatro Rossini, la casa natale del compositore e il museo a lui dedicato, anche la Vitifrigo Arena e l’Auditorium Scavolini, storica location del festival, riaperto nel 2024 dopo un’importante ristrutturazione.

Bianca e Falliero

Proprio l’Auditorium Scavolini, il cosiddetto “Palafestival”, ospita la prima delle due nuove produzioni, Bianca e Falliero, con la regia di Jean-Louis Grinda, già direttore dell’Opéra de Monte-Carlo, e Roberto Abbado alla direzione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
L’opera, composta da Rossini su commissione per il Teatro alla Scala di Milano, vanta la più lunga serie di repliche di un’opera rossiniana nel teatro milanese, con ben 39 recite nella Stagione del 1819, nonostante la fredda accoglienza da parte della critica del tempo.
Il nuovo allestimento (scene e costumi Rudy Sabounghi, luci Laurent Castaingt) ambienta la vicenda in una circostanza atemporale, puntando l’attenzione sulle meccaniche musicali e mostrandole attraverso la scenografia. Ne sono un esempio i cambi di scena a vista, che sottolineano i momenti chiave dei passaggi musicali nel tentativo di rendere il libretto più coinvolgente per il pubblico. Tuttavia alcune scelte invece di raggiungere questo obiettivo finiscono per confondere lo spettatore, come l’inserimento di una vecchietta che accompagna Bianca nei momenti clou del libretto, ma di questa presenza non si trova una spiegazione né in scena né nelle note di regia.
Menzioni positive invece per il Coro del Teatro Ventidio Basso diretto da Giovanni Farina; e per il cast, nel quale spiccano Jessica Pratt e Aya Wakizono nei ruoli di Bianca e Falliero. Pratt è una presenza fissa del festival e qui si destreggia con ottimi risultati e grandissimi apprezzamenti dal pubblico. Wakizono è invece stata allieva dell’Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival nel 2014 e in seguito ha preso parte a sue diverse produzioni, con particolare successo nel Il barbiere di Siviglia del 2018 (regia Pier Luigi Pizzi), un allestimento che viene ripresentato anche in questa edizione seppur con un rinnovato cast; anche per lei buon successo di pubblico.

Wakizono_Pratt

Bianca e Falliero: Jessica Pratt e Aya Wakizono

La vera forza di questa produzione, in scena al ROF dopo la prima rappresentazione in epoca moderna del 1986 e le altre uniche apparizioni italiane, sempre a Pesaro, nel 1989 e nel 2005, è però il versante musicale. La direzione di Roberto Abbado, che qui torna per la quinta volta a dirigere, trasmette coesione e compattezza, avvalendosi dei solisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, che prosegue più che positivamente la collaborazione con il festival (l’Orchestra è presente anche nell’altra nuova produzione 2024, Ermione, e nella conclusiva esecuzione in forma di concerto del Viaggio a Reims).

L’equivoco stravagante

Il secondo titolo rossiniano dell’edizione 2024 è L’equivoco stravagante, l’unica composizione del giovane Rossini dedicata a Bologna, città nella quale l’opera ha debuttato al Teatro del Corso il 26 ottobre 1811. Al Teatro Rossini di Pesaro va in scena un riallestimento della produzione del 2019 alla Vitifrigo Arena, riadattato negli spazi del Teatro ottocentesco pur mantenendo pressochè invariato l’impianto scenico.
Questo “dramma giocoso” su libretto di Gaetano Gasbarri subì molte modifiche ancor prima del suo debutto a causa dei temi trattati, considerati scabrosi e volgari (a cominciare dai travestimenti maschili della protagonista Ernestina), e dopo la terza rappresentazione ne fu completamente vietata la messinscena.
Ben consapevole di questi trascorsi, la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier gioca con queste tematiche proponendo uno spettacolo divertente e accattivante, supportata dall’ottimo lavoro del team creativo: le scene di Christian Fenouillat tengono alta l’attenzione (e la risata) degli spettatori grazie a espedienti divertenti e inaspettati che ben si adattano al libretto, così come i costumi di Agostino Cavalca e le luci di Christophe Forey contribuiscono all’ottima riuscita della regia.

Maria Barakova

L’equivoco stravagante: Maria Barakova e Nicola Alaimo

Nella buca del Teatro Rossini i musicisti e le musiciste della Filarmonica Gioachino Rossini sono diretti da Michele Spotti, presenza più che rodata al ROF, che si destreggia con agio nella partitura, in ottimo connubio con il coro, completamente maschile, del Teatro della Fortuna (Maestro del Coro Mirca Rosciani) e con i cantanti. Su tutti memorabile Nicola Alaimo nel ruolo di Gamberotto: sul fronte vocale tanto su quello attoriale restituisce una prova di grande spessore, tratteggiando un perfetto “buffo rossiniano” apprezzatissimo anche dal pubblico che gli riserva calorosi applausi. Sugli scudi anche il resto del cast, con particolari apprezzamenti per Maria Barakova (Ernestina) e Pietro Adaini (Ermanno).

Pesaro Capitale Italiana della Cultura

In questo anno di Capitale italiana della Cultura il pubblico si lascia conquistare anche dalle tante proposte extra-festival che la città propone: dalle visite guidate nei luoghi rossiniani ai tour enogastronomici e alle mostre, senza dimenticare le spiagge e il mare che rinfresca le giornate dei tanti e delle tante melomani rossinani. Tutta la città celebra il compositore, tra piatti, pizze, cocktail e souvenir a lui dedicati riconfermandosi meta irrinunciabile per i cultori del Cigno di Pesaro.

Nicola Alaimo